Una scuola per «tutto» il bambino

In questa realtà educativa il bambino incontrerà molti stimoli provenienti dal vivere quotidiano e non. Contemporaneamente però, avrà la libertà di ignorarli per fare altro. Ecco che l’insegnante faciliterà questa sua seconda esigenza assecondandola.

Secondo noi ‘un bambino sano è un bambino che si sporca’.

Secondo noi ‘un bambino sano è un bambino che si sporca’. In questa associazione siamo tutti molto impegnati: chi teso ad apprendere e chi ad insegnare. Le numerose e variopinte attività che si svolgono all’aperto, l’orto da accudire, gli alimenti da preparare, i vari laboratori che attiveremo; ci porteranno a sperimentare con passione i processi che vivremo insieme. È possibile quindi, che questa immersione nel fare, ci porti a sporcarci di terra, a puzzare di sudore o a sbucciarci, di tanto in tanto, un ginocchio. Le esperienze sono organizzate in modo da ridurre al minimo ogni tipo di incidente, tuttavia, affinché i bambini lavorino al meglio, è al tempo stesso fondamentale che possano vivere a pieno l’esperienza come un momento di gioia, di ricreazione e di libertà, dove lasciare libero l’entusiasmo, i propri salutari istinti, la foga dell’azione. Aspetti che solitamente trovano poco spazio nel ritmo frenetico della quotidianità.

Nel seguire un ritmo lento, ludico e rispettoso della persona del bambino incontreremo:
continuamente numeri e misure con i quali potremo giocare e di cui possiamo parlare tra noi; l’orto con cui impareremo a piantare il seme e ad accudire le piantine delle verdure che nasceranno e che poi andremo a cucinare e a mangiare; il linguaggio verbale e le lingue straniere, inglese principalmente, componenti soft di giochi o attività accattivanti; la scienza come metodo di osservazione della realtà e confronto collettivo, tante costruzioni e sempre diverse realizzate da noi; l’attività motoria o fisica con i vari giochi all’aperto e non; la musica, sottofondo di molto del nostro agire insieme, le arti grafiche e plastiche, ecc.

I bambini non necessitano di seguire alcuna moda; non ne hanno bisogno. Non possiamo permettere che i bambini siano trattati come dei consumatori. Credo che loro vogliano capire da soli quali sono le cose di cui hanno bisogno per crescere. Allo stesso modo non tratteremo alcuna confessione religiosa a scuola. Ciascuna famiglia sarà rispettata nel suo credo religioso, ma è invitata a viverlo fuori da questi ambienti. Ho visto bambini in imbarazzo, a causa della religione dei loro genitori e non lo trovo giusto. Per gli insegnanti di questa scuola: “un uomo senza religione è come un pesce senza bicicletta”.

I quattro pilastri dell’educazione

Nell’educazione un tesoro” è il titolo del cosiddetto Rapporto Delors (il Rapporto all’Unesco della Commissione Internazionale sull’educazione per il XXI secolo, presieduta da Jacques Delors, i cui lavori si sono svolti tra marzo 1993 e gennaio 1996). Vi si propongono, tra le altre cose, quelli che Delors definisce “i quattro pilastri dell’educazione”. Sono dei traguardi che vogliono, a mio avviso, scardinare un’idea di educazione quantitativa tradizionale a favore di un’idea di educazione strumentale al raggiungimento di ideali di pace, libertà e giustizia sociale.

L’educazione ha la funzione importantissima non di modellare o plasmare l’educando, secondo i parametri più accreditati dalle teorie scientifiche del momento, ma di scoprire, svelare e nutrire il potenziale presente in ciascuna persona, o meglio ancora, di rivelare il tesoro che c’è in ciascun bambino. Continua…

Ci piace l’idea di scuola di Gianfranco Zavalloni:

“Si capisce bene cos’è una scuola quando la viviamo come se fosse il luogo dove si entra competitivi, aggressivi, razzisti e, dopo aver lavorato e studiato insieme per bisogni comuni, si esce rispettosi degli altri, amici, tolleranti. La scuola è un concentrato di esperienze, una ‘grande avventura’ che può essere vissuta come se fosse un viaggio, un libro da scrivere insieme, uno spettacolo teatrale, un orto da coltivare, un sogno da colorare”.[1. G. ZAVALLONI, Pedagogia della lumaca. Per una società lenta e non violenta, EMI, Bologna, 2009.]

favorire nell’allievo lo sviluppo di una propria autonomia cognitiva

Uno dei compiti fondamentali della scuola, a mio parere, è di favorire nell’allievo lo sviluppo di una propria autonomia cognitiva affinando, col procedere nei vari ordini di scuola, la capacità critica e l’autonomia verso tutto ciò che lo circonda e verso il proprio modo di pensare. C’è una vastissima letteratura che dimostra come l’educazione scientifica, a partire dalla scuola dell’infanzia, può rispondere adeguatamente a questa esigenza di sviluppo, ma per farlo sono necessari insegnanti competenti e volenterosi.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.