Arti grafiche

Riconosciamo il piacere, l’impegno e le competenze che i bambini mettono in gioco nel loro fare

Un’altra importante capacità rappresentativa del bambino è il disegno, che occupa un posto importante nelle attività che si svolgono in LiberaBimbi.

Il bambino comincia con la fase dello scarabocchio in cui raffigura qualcosa a lui particolarmente significativo, come può essere un suono udito, un movimento o una sua emozione del momento. Può invece accadere che imprima libere tracce su un foglio senza un intento specifico, per il semplice gusto di fare qualcosa che lo gratifichi, e solo dopo, magari attirato da alcuni segni, affidi allo scarabocchio un significato.

Quando disegna con una intenzione, cioè con la voglia di disegnare qualcosa o qualcuno, si affida al ricordo visivo delle parti del soggetto che per lui hanno maggiore significato. Ad esempio, della figura della mamma vengono rappresentati quei pezzi che hanno funzioni evidenti per il bimbo: gli occhi che guardano, le gambe che camminano, le braccia e le dita per la prensione.

La seconda volta che la disegnerà, il bambino non richiamerà il ricordo della sua mamma, preferendo utilizzare il ricordo del disegno precedente come modello interno. Le volte successive, lo ripeterà in modo stereotipato; tuttavia, con l’affinarsi delle sue capacità di osservazione e di interpretazione, lentamente i disegni saranno più ricchi di particolari e gli oggetti tenderanno a non essere ripetuti sempre uguali.

La cura delle proporzioni è un altro aspetto trascurato dal bambino, perché sino ai 5/6 anni non riesce a preoccuparsi di più cose per volta. Egli, infatti, si concentra completamente su quanto sta disegnando e dopo aver eseguito un pezzo del disegno si concentra subito su quello successivo, senza badare all’insieme. Alle volte, la figura è disegnata molto piccola rispetto all’intera opera, ma solo perché lo spazio rimasto a disposizione era poco. Nel suo concentrarsi, evidenzia fuor di misura tutti gli elementi per lui emotivamente significativi.

Ho imparato a chiedere spiegazioni ai bambini circa la loro opera, consapevole che non è facile esprimere tutte le proprie intenzioni nel linguaggio grafico. Dimostrare interesse in questo modo, tra l’altro, assegna legittima importanza alle loro attività. Data la facilità con cui i piccoli sono disponibili al disegno, poi, è utile favorirne la diffusione, tenendo presente quanto dice Angelica Arace: “Anche se nel corso dell’infanzia tutti i bambini presentano in modo atteso una progressione evolutiva nei loro disegni in funzione dell’età, l’esperienza grafica è soggetta ad importanti influenze ambientali, dal contesto socio-economico-culturale, alle stimolazioni offerte dai genitori, fino all’influenza esercitata dall’ambiente in cui si disegna e dal materiale a disposizione, tutte variabili che modificano le motivazioni dei bambini a disegnare e i contenuti dei disegni infantili”.[1. A. ARACE, Psicologia della prima infanzia, Mondadori Education, Milano, 2010, p. 143.]

La gerarchia di tempi
e di luoghi non è
un problema che
riguarda i bambini

“La gerarchia di tempi e di luoghi non è un problema che riguarda i bambini, così propensi a vivere ogni momento e in ogni occasione con l’interezza della persona. Il dato che fa la differenza, coinvolgendoci tutti, siamo noi adulti, con la qualità delle nostre offerte e delle nostre richieste. Compete quindi a noi saper sostenere con coerenza condivisa l’idea del mondo che i bambini stanno lentamente creandosi. Ciò comporta l’imparare a valorizzare le loro competenze, annettere la dovuta importanza al loro giocare, esplorare sentire; in una parola, considerarli interlocutori interessanti.”[2. G. Truffa Giachet, in R. PITTARELLO, Autori a 3 anni, Padova, 2006, pag. 11.]

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