Attività motoria

Credo che, in questo ordine di scuola, sia molto importante coinvolgere i bambini in tutte le attività che implicano il corpo.

coinvolgere i bambini in tutte le attività che implicano il corpo

Esperienze sensoriali e movimento consentono loro di relazionarsi con la realtà ed è attraverso questi che fin da neonati percepiscono il mondo che li circonda. Ciò permette al bambino di conoscere sempre meglio la realtà e il proprio corpo, con le sue pulsioni ed emozioni, con i suoi limiti e possibilità.“[…] attraverso la ricchezza di esperienze e i modi di sentire e vivere il corpo il bambino si costruisce lentamente quella fondamentale unità sensoriale, fisica, affettiva e cognitiva così importante per la sua crescita e la sua integrità. Non basta pertanto avere solo un corpo ma occorre soprattutto sentirlo, amarlo, conoscerlo e viverlo poiché è in questa comunione, non facile né scontata, che si realizzano l’equilibrio e l’identità personale. Riconoscere l’importanza di questo significato comporta una maggiore riflessione e una più attenta consapevolezza, da parte dell’educazione, della centralità dell’esperienza corporea e del movimento”.[1. G. PENTO, Il valore del corpo e della motricità in educazione, in G. PENTO (a cura di), Muoversi per… piacere, Junior, Bergamo, 2003, p. 62.]

Il percorso motorio o le drammatizzazioni, entrambe abbinate all’ascolto sonoro, hanno lo scopo di stimolare i bambini a riflettere sulle proprie sensazioni corporee, di calarsi su se stessi facilitando la padronanza dei propri movimenti e il riconoscimento di molteplici stimoli sensoriali.

I bambini tutti, hanno bisogno di muoversi e lo desiderano anche. Questo loro piacere e questa loro esigenza dovrebbe essere assecondata dagli educatori per primi e dai genitori. Vi riporto un passo tratto dal libro “Nati per muoversi” curato da Giuliana Pento, docente di Educazione Fisica e insegnante di Educazione Motoria presso il corso di studi di Scienze della Formazione Primaria all’Università degli Studi di Padova.

“Nati per muoversi”, di Giuliana Pento, docente di Educazione Motoria all’Università di Padova

“La motricità: una dimensione necessaria alla crescita del bambino.

Gli effetti benefici dell’attività fisica.

Il movimento è una caratteristica insita nella specie umana ed è funzionale al suo sviluppo. Numerose evidenze scientifiche hanno dimostrato che l’attività motoria influisce in modo specifico e significativo sulla dimensione biologica, strutturale e psicologica della persona e che una pratica regolare di attività fisica incide sulla salute e in particolar modo sul sistema cardiovascolare, respiratorio, nervoso e muscolo-scheletrico. È ormai evidente che i bambini e gli adolescenti attivi rispetto ai loro coetanei inattivi possiedono un livello di fitness cardiorespiratorio più elevato, muscoli e ossa più forti, un giusto peso corporeo e che tutto questo porterà ad una maggiore possibilità di vita sana in età adulta. Non ci può essere dunque uno sviluppo appropriato della persona se manca il movimento. Ma il movimento è legato anche allo sviluppo di altre funzioni. Gli ultimi studi di neuroscienze riportano la teoria, capovolgendo alcune credenze ben radicate, che ci sia uno stretto legame fra motricità e pensiero. Si è scoperto che il complesso sistema di strutture corticali e sottocorticali che entra in gioco durante un’azione consapevole controlla anche attività cognitive, motivazionali ed emotive del movimento e che esistono interazioni tra aree prettamente linguistiche e quelle che si riferiscono al corpo. Come afferma Oliviero[1. Oliviero A., Motricità, linguaggi e apprendimento, in Scuola e città, n. 1/2002, pag. 9.], la mente, si tratti del linguaggio o di altre funzioni percettive e cognitive, ha una sua unitarietà e risente della componente motoria che è la più antica dal punto di vista evolutivo. Tali studi confermano l’esistenza di un pensiero cosciente espresso nell’atto: il bambino scopre di ‘poter agire’ oltre a ‘poter sentire’ in una dialettica costante tra l’Io e il mondo, tra l’Io e gli oggetti, tra il pensiero e l’azione. Il bambino, nel momento in cui, attraverso il proprio corpo apprende gli elementi della realtà e stabilisce delle relazioni tra questi, sviluppa la sua intelligenza. Da tali considerazioni si evince che l’atto motorio, come sostiene Parlebas[2. Parlebas P., Giochi e sport, Il Capitello, Torino, 1997, pp. 5 e 218.], non è solo qualcosa di bio-meccanico, ma una struttura complessa che richiede capacità decisionali, progettuali ben precise, che si alimenta di specifici modelli culturali di comunicazione e che mette in gioco anche l’affettività e le fantasie del soggetto”.

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