Vorremmo che il bambino si abitui a valutare le cose da diversi punti di vista
Inoltre, la capacità di indagare riguarderà anche se stesso. La disponibilità ad accettare il dubbio nelle sue tesi e l’acquisita capacità metacognitiva lo lasceranno libero di criticarsi costruttivamente giudicando obiettivamente il suo lavoro e i suoi progetti. Riporto un dialogo emozionante, particolarmente significativo, avvenuto tra Mario Lodi e un suo alunno di Piadena nel momento dell’autovalutazione: “-Come mai così giù, Severino?- Pesta il piede. -Non sono capace di fare un esercizio senza nemmeno un errore piccolo piccolo.- -Però mi pare che questa settimana il tuo quaderno sia più presentabile che non quello ultimo. Ricordi?- Un sorriso. -Però ho fatto un buco-. Sfoglia, me lo mostra. -Hai ragione. Però ricordo di aver visto esercizi assai corretti.- -Si, ma in quelli m’ha aiutato Miriam-. -Da solo non ce l’avresti fatta?- -Io ho troppa premura a scrivere: la mano corre corre e io vorrei tenerla, ma non ci riesco e non sto nelle righe.- -Vedo. A ogni modo, questo puntino nella casella dell’ordine mi pare troppo in basso: potresti portarlo dal sufficiente al benino-. -La settimana prossima voglio arrivarci; adesso no, perché c’è il buco.- In genere i bambini sono scarsi nella valutazione”.[1. C. I. SALVIATI, M. LODI, (a cura di), Mario Lodi maestro, Giunti, Firenze, 2011, pp. 171-72.]
meno dirigiamo le sue attività e maggiormente lo aiutiamo
“[…] esigiamo […] un allenamento continuo a osservare e a intervenire con estrema cautela, soprattutto a non correggere. Infatti, se le condizioni ambientali sono buone, il bambino – che procede come un vero scienziato cioè per tentativi ed errori, provando e riprovando, per usare un’espressione di Galileo – si allena a verificare da sé quello che non va bene e a correggersi. Ma là dove vige il gregarismo e il predominio dell’adulto, sia pure velato da atteggiamenti democratici, questo non si verifica”.[2. G. HONEGGER FRESCO, Lo sviluppo delle capacità logiche nei primi anni secondo Maria Montessori, in L. DE PRA CAVALLERI (a cura di), Il bambino e l’età del computer, Federazione Montessori, Castellanza, 1987, p. 61, Atti del Convegno, Milano – 6 marzo1987.]
Allora, ben vengano l’atteggiamento e il pensiero scientifico che, come dovere di migliorare le nostre conoscenze, è secondo Hans Jonas, complementare alla consapevolezza dei limiti del nostro sapere. “L’esigenza di educare alla scienza non è semplicemente una necessità biologica (conoscere per sopravvivere), culturale (conoscere per integrarsi), ed ecologica (conoscere per evitare l’autodistruzione e per promuovere il ben-essere), ma anche pedagogica, in quanto può validamente contribuire alla costruzione di un progetto di umanità che è, riteniamo, ampiamente condivisibile e, ciò che più conta, eticamente significativo”.[3. O. ZANATO ORLANDINI, Avvicinarsi alla scienza, Pensa MultiMedia, Lecce, 2008, p. 107.]