Casa nuova

Quando abbiamo firmato il preliminare, l’obiettivo era di trasferirci entro fine 2012, in modo da poter attivare LiberaBimbi già nel 2013. Invece, ci siamo trovati, prima e dopo il trasloco, a lottare quasi quotidianamente con mezzo mondo per lavori mal fatti e problemi di varia natura. Ora, finalmente, è tutto a posto, ma questa lunga serie di imprevisti ci ha costretti a ritardare di un intero anno l’avvio della nostra attività.

Raccontarvi tutti i problemi che abbiamo dovuto affrontare risulterebbe probabilmente assai noioso, per cui se volete potete saltare questo elenco, che però ci tengo a fare.

  • Per il portone del garage, noi abbiamo optato per un sezionale, mentre i nostri vicini hanno ordinato un basculante. Quando l’impresa è venuta a fare il montaggio, ha messo da noi il basculante e ai vicini il sezionale. Ovviamente, quando ce ne siamo accorti, li abbiamo fatti invertire, ma nel rimpallo delle responsabilità non si è mai capito come abbiano potuto fare un errore così grossolano.
  • In cucina, il foro per lo scarico dei vapori della cappa è stato fatto senza concordarne con noi la posizione, per cui abbiamo dovuto farlo chiudere e farne fare un altro. Anche in bagno, ci siamo trovati con un foro per il ricambio dell’aria non richiesto, che abbiamo poi fatto richiudere.
  • L’elettricista ne ha combinate di tutti i colori: stava per installare videocitofono e campanello accanto alla porta finestra della cucina, invece che a fianco della porta d’ingresso e ce ne siamo accorti quando aveva già fatto i buchi sul muro; aveva installato una presa senza collegarla all’impianto e a poi dovuto forare una parete per attaccare i cavi; ha installato una presa esterna in posizione tale che gli scuri della camera, una volta aperti, coprivano la presa stessa rendendola inutilizzabile…
  • L’idraulico se l’è cavata un po’ meglio, ma anche con lui abbiamo dovuto recriminare, perché ha installato i sanitari sospesi più in basso di quanto concordato, con il risultato che il “Roomba” non ci passava più sotto.
  • Nel bagno al primo piano abbiamo dovuto installare una porta scorrevole, in quanto la porta “normale”, così come prevista da progetto, sarebbe andata ad urtare contro il soffitto.
  • Gli stipiti delle porte sono stati montati così male che abbiamo dovuto far tornare ben due volte gli operai a sistemare il lavoro. La cornice della porta finestra in cucina è stata montata rotta, ma gli installatori hanno nascosto la crepa sotto uno strato di stucco e ce ne siamo accorti solo qualche mese dopo, quando finalmente siamo riusciti a fare le pulizie a fondo della cornice stessa. Abbiamo poi dovuto aspettare parecchi mesi perché ce la sostituissero.
  • Abbiamo dovuto arrangiarci da soli a trovare chi ci installasse la ringhiera della scala, perché secondo l’impresario quello era un optional non previsto in capitolato (nonostante le norme sull’abitabilità la considerino obbligatoria).
  • Gli scuri della cucina, che sono motorizzati, sono stati un incubo per l’installatore, che è riuscito a farli funzionare correttamente solo dopo parecchi mesi ed innumerevoli tentativi.
  • Il bordo delle piastrelle in gres, all’esterno della casa, sporgeva rispetto al massetto sottostante. Inoltre, alcune piastrelle si erano sollevate. Abbiamo dovuto aspettare settembre (prima perché pioveva, poi perché faceva troppo caldo) per vedere il marciapiede sistemato a dovere.
  • La porta tagliafuoco del garage è stata installata senza la barra inferiore (e quindi lasciando una fessura di oltre un centimetro). Abbiamo dovuto insistere per mesi e mesi, prima che ce la sistemassero.
  • La pavimentazione del garage è stata fatta con la pendenza sbagliata (verso l’interno, piuttosto che verso l’esterno), con il risultato che quando pioveva ci entrava l’acqua in casa. Abbiamo dovuto far installare una cunetta sotto il sezionale e rialzare l’angolo del garage in cui si trovano lavandino e lavatrice. Ora la situazione è migliorata, ma se parcheggiamo la macchina bagnata, la pendenza del pavimento fa sì che si formi comunque una pozza davanti alla porta e non siamo ancora riusciti a trovare una soluzione a questo ultimo problema.
  • Quando, al momento del trasloco, ci hanno installato i mobili della cucina, hanno fatto in modo che il piano di lavoro fosse in bolla, ma siccome il pavimento non era altrettanto ben allienato, ci siamo trovati che da un lato della stanza i mobili appoggiavano per terra, mentre sul lato opposto erano stati alzati con dei piedini di circa un centimetro, lasciando una fessura in cui si sarebbe potuto infilare di tutto. Abbiamo dovuto protestare per parecchie settimane, prima che si decidessero a chiudere quella fessura, infilandoci una listarella in legno della misura giusta.
  • Le betonelle sono state posate senza metterci un cordolo laterale, per cui in alcuni posti hanno ceduto ed il posatore è dovuto intervenire per sistemarle. In un altro tratto del camminamento, si era formato un avvallamento con conseguente formazione di pozzanghere alla prima pioggia. Abbiamo dovuto protestare per mesi, prima che a gennaio finalmente il posatore si decidesse a sollevare quel tratto di pavimentazione, incrementando lo strato di ghiaia soggiacente.
  • Abbiamo dovuto aspettare due mesi perché ci venissero collegati telefono ed internet. Al momento della richiesta di trasloco della linea, l’operatore infatti aveva registrato erroneamente il nostro nuovo indirizzo, ed hanno perso un mese per accorgersene. Poi, quando finalmente il cavo è stato posato, hanno impiegato altri due mesi rimpallandosi le responsabilità su chi doveva fare cosa per attivare la linea. Intanto, noi ci barcamenavamo con una chiavetta internet posta in un sacchetto di plastica fuori dal garage e collegata al router tramite una prolunga USB fatta passare sotto il portone del garage… Era giusto il 25 aprile dell’anno scorso quando abbiamo festeggiato la Liberazione con la linea telefonica finalmente funzionante.
  • Ancor peggio ci è andata con l’allacciamento della corrente elettrica. Abbiamo dovuto aspettare fine agosto, perché l’Enel si decidesse a portarci i contatori. Fino a quel momento, abbiamo continuato ad utilizzare la corrente di cantiere. Il che vuol dire che quando saltava la luce dovevamo prendere la scala e andare ad oltre 200 metri da casa, perché il contatore di cantiere si trovava là, su un palo a due metri da terra…
  • Durante la costruzione della casa, quello che sarebbe diventato il nostro giardino è stato utilizzato per molti mesi come area di sosta e di manovra per gru, camion ed altri macchinari edili. Complice anche la stagione particolarmente piovosa, il terreno, già argilloso di suo, si è così compattato oltre misura e non riusciva più a drenare l’acqua piovana, tanto che ci pareva di vivere circondati da una palude… Bisognava lavorarlo, ma non potevamo farlo finché non si asciugava. Tra una cosa e l’altra, solo in agosto siamo riusciti a far venire uno scavatore, che ha movimentato la terra fino ad un metro di profondità; poi, abbiamo aspettato che venisse installato l’impianto di irrigazione e solo ad inizio novembre siamo finalmente riusciti a far piantumare siepi ed alberi e a seminare l’erba. Subito dopo è arrivato l’inverno e solo ad aprile, dopo i primi caldi, abbiamo potuto goderci il nostro prato verde…
  • Qualcosa di analogo è successo con l’orto. A causa di tutti i ritardi sopra elencati, abbiamo appena fatto in tempo, in autunno, a fare le prime semine e a coprire le giovani piantine sotto il tunnel, che è cominciata la stagione delle piogge, rendendo l’orto praticamente inaccessibile a causa del fango: la melma era tale che gli stivali restavano incollati al terreno e si rischiava di cadere. Ci siamo quindi procurati dei pezzi di grigliato erboso che in primavera abbiamo istallato intorno a ciascuna parcella. Oggi è un piacere andare in orto, e lo si può tranquillamente fare – volendo – anche sotto la pioggia.
  • A marzo di quest’anno, sono venuti a montarci i pannelli fotovoltaici. Neanche a farlo apposta, i tecnici sono riusciti a posare i pannelli in modo tale che due di questi finissero esattamente sotto l’antenna della tv e già il giorno dopo erano in buona parte ricoperti da chiazze di guano. Abbiamo immediatemente segnalato la cosa e la prima risposta è stata: non c’è problema, vi spostiamo l’antenna… Abbiamo dovuto insistere non poco perché alla fine si decidessero a spostare i pannelli, visto che sul tetto lo spazio c’era. I tecnici sono quindi tornati per sistemare i pannelli, ma sono arrivati nel tardo pomeriggio ed hanno lavorato fino a buio pesto (non era ancora scattata l’ora legale), per cui solo la mattina successiva ci siamo resi conto di quel che avevano combinato: i pannelli non erano più sotto l’antenna, ma arrivano fino a sporgere dal bordo del tetto, con un pessimo risultato estetico e… acustico (probabilmente, non appena c’era un po’ di vento, le staffe dei pannelli mandavano in vibrazione la grondaia su cui erano appoggiati). Abbiamo quindi dovuto insistere di nuovo per ottenere un secondo intervento in cui finalmente i pannelli sono stati posizionati a regola d’arte e da qualche settimana siamo riusciti ad avere anche l’allaccio da parte dell’Enel.
  • Per finire, l’ultimo episodio della saga risale a solo qualche settimana fa, quando gli operai sono venuti a tinteggiare gli esterni. In un primo momento, hanno pensato bene di non togliere gli scuri, ma di avvolgerli in carta di giornale. In questo modo, però, non sono stati in grado di rifinire come si deve le spallette delle finestre. Alla fine, quindi, si sono decisi a smontare gli scuri, hanno fatto il lavoro, li hanno rimontati e se ne sono andati a casa dicendo di aver finito. Arrivata sera, ci siamo accorti che due degli scuri non si chiudevano nemmeno, perché erano stati rimontati senza la dovuta cura e precisione… Gli operai sono quindi dovuti venire di nuovo a casa nostra per sistemare la cosa.

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