Vendita appartamento

Prima di firmare il preliminare, avevamo fatto i nostri calcoli e ci sentivamo tranquilli nel fare questo grande passo. Avremmo avuto un anno e mezzo di tempo per vendere l’appartamento e il valore di mercato dello stesso era più che sufficiente a garantirci quel margine di sicurezza necessario per affrontare il futuro con serenità. Ma non avevamo fatto i conti con la crisi incombente. Nel giro di qualche mese, lo spread si inerpicò a livelli inaspettati, le banche chiusero i cordoni della borsa, limitando i mutui ed alzando i tassi. Il mercato immobiliare crollò, con moltissime abitazioni (vecchie e nuove) in vendita e pochissimi potenziali acquirenti. Il valore degli immobili diminuì drasticamente. Insomma, un disastro: tutto sembrava congiurare contro il nostro progetto.
Né le inserzioni sui siti online, né l’intermediazione delle agenzie sembrava dare alcun risultato. Avevo cominciato ad appendere volantini nei luoghi di grande passaggio delle persone. Li incollavo ai pali con del nastro adesivo. Poi, ho cominciato anche a volantinare in giro per i parcheggi… Le visite erano pochissime ed anche quelle non andavano a buon fine perché, al di là delle magari buone intenzioni dei visitatori, tutto si arenava per le difficoltà generate dalla crisi. Più di una persona restava affascinata, ma poi l’indisponibilità di un mutuo raggelava l’entusiasmo e impediva la definizione del contratto. Che strazio vedere singles o coppie che ritornavano, prendevano le misure, ragionavano sulla mobilia e poi ci comunicavano che la loro pratica non era stata accolta e non avevano soldi a sufficienza. Noi, vedendo questa situazione, a nostra volta temevamo che la banca non ci accordasse il mutuo e invece ci è andata bene e almeno questo problema ce lo siamo risparmiati (anche se il tasso di interesse, alla fine, si è rivelato molto più alto del previsto…).
Però, il mutuo non bastava: dovevamo assolutamente vendere per coprire il costo di questa struttura di Torre e avere dei soldi per partire bene con la scuola. Finalmente, a ottobre, una signora di Terni ci conferma l’intenzione di acquistare il nostro appartamento: si sarebbe avvicinata al figlio che abitava due condomini più in là del nostro. Eureka, ci siamo, evviva! La signora ci chiede di tenerlo per lei confermandoci che presto sarebbe venuta a vederlo con il suo compagno. Una settimana più tardi la stessa mi chiama per dirmi che è scivolata dalle scale, si è fratturata la schiena e che pertanto sarebbe venuta con il marito appena stava meglio. Passano ancora una ventina di giorni e, non sentendola, inizio a preoccuparmi. La richiamo e scopro che, vista la nuova situazione, non se la sente più di concludere l’acquisto, perché in quelle condizioni di salute non sarebbe più salita a Padova così spesso come aveva immaginato fino a quel momento. Sempre più preoccupati, non sapevamo più cosa fare. Ormai eravamo a novembre 2012 e dovevamo concludere l’acquisto di Torre entro febbraio dell’anno nuovo. Le visite al nostro appartamento erano cessate, perché non mi ero più impegnata nella vendita, convinta di avercela ormai fatta. Ho ricominciato a volantinare per i parcheggi: lasciavo volantini sui parabrezza delle auto (ricordo che mi rattristavo ogni volta che pioveva…). Di sera, di sabato, di domenica, appena smettevo di lavorare andavo nei parcheggi di supermercati, chiese, centri sportivi, zone industriali, ospedali di Padova e provincia. Sono diventata un’esperta; so come coprire molte auto nel minor tempo possibile. Pensate, mi ha perfino contattato un’azienda privata per chiedermi se poteva, in cambio del sostegno delle spese di stampa, pubblicizzare il suo prodotto nel retro del mio volantino! Riprese un lento via vai di gente a vedere l’alloggio, ma nulla di concreto, ed il tempo passava. Ero scoraggiata: niente vendita, niente acquisto e neppure LiberaBimbi. Ma non mi volevo dare per vinta. Finiti i parcheggi, ho cominciato a volantinare casa per casa, prima i quartieri più prossimi e poi sempre più lontano dalla nostra abitazione. Quante sere ho passato al buio ad infilare i volantini dentro le buche delle lettere, e quanti sguardi arcigni della gente. Alla fine, ci chiama una pensionata che desidera togliere i soldi dalla banca per investirli, vuole acquistare l’appartamento e metterlo in affitto, ma ci propone un prezzo maledettamente inferiore a quello che ci aspettavamo. Proviamo a contrattare, ma non c’è niente da fare: il coltello dalla parte del manico, ce l’hai lei; noi dovevamo assolutamente concludere e non potevamo farci scappare anche quell’occasione. Ho rogitato una settimana prima di concludere l’acquisto per questa porzione di Torre, appena in tempo! Non so dove ho trovato la costanza, il coraggio e l’energia, ma ci sono riuscita. La cosa incredibile è che ad inizio 2011 un’agenzia immobiliare ci aveva proposto di vendere l’appartamento a 40.000€ in più di quello che abbiamo spuntato alla fine, garantendoci la libertà di lasciare l’edificio quando volevamo noi. Abbiamo rifiutato perché a quel tempo ancora non riuscivo a trovare una casa che mi piaceva (sembrava non ne esistessero di mio gradimento) e temevamo che tale impegno ci costringesse in scelte frettolose e non ottimali…

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